“Ciao, mi chiamo Simone, ho 43 anni e da una settimana non parlo di football…”
Io ci sto provando a smettere, e sinceramente questa rubrica di pronostici ormai decadente era il modo migliore per iniziare, e invece ci sono ricaduto, un’altra volta.
Avrei potuto andare a cercare i primi articoli degli scorsi anni, per trarre ispirazione e invece sono molto pigro. E questo si nota anche dal fatto che il campionato è già iniziato, mentre la rubrica, no.
Poco male, da qualche parte mi ero segnato il pronostico, vittoria dei Guelfi.
Neanche il tempo di iniziare e siamo già al 100% di pronostici corretti: Benvenuti a una nuova stagione della Paskedina, la rubrica di pronostici del football italiano, la rubrica più longeva della “stampa” di settore (uso le virgolette, che poi qualcuno mi fa notare che non ho il tesserino dell’Ordine, cosa di cui di questi tempi c’è da vantarsi), l’unica che parte già in vantaggio.
Ci eravamo lasciati con l’Italian Bowl da giocare, nessun pronostico allora, ma una sensazione poi rivelatasi corretta: Art Briles non era tornato in Italia per farsi fregare una seconda volta.
Così è stato, ma non vi farò pesare la cosa.
Con la vittoria dei Guelfi si è chiusa l’ultima stagione di un periodo di football iniziato a fine anni zero, un periodo di evidente crescita, prima numerica e poi tecnica, culminata con la vittoria del Blue Team agli Europei.
Da quest’anno si cambia, complessivamente i numeri sono decisamente in calo: siamo ufficialmente in crisi.
E’ stata anche l’ultima stagione a ranghi completi. La scelta europea dei Seamen (se uno volesse proprio dare ascolto all’istinto più malizioso, penserebbe a dei marinai che abbandonano la nave appena inizia a imbarcare acqua) priva la IFL della protagonista numero uno del decennio, oltre che di un centinaio abbondante di addetti ai lavori di tutti i tipi tra staff, dirigenti, coach e giocatori, incantanti dal canto delle sirene di mezza Europa.
E questa, per un movimento sportivo minuscolo e in contrazione, è una botta pesantissima.
Ma la ELF, stando a quello che vedo, piace e in effetti piace anche a me. Ma mi rimane sempre un maledettissimo dubbio: e se non avessimo fatto le cose a cazzo per tutti questi anni?
Non lo sapremo mai.
Però sappiamo che la cosa, carta geografica ELF alla mano, è un problema comune. Per dire, a Praga hanno ben due squadre pro: un gioca in Europa e l’altra in Austria; chissà come saranno contenti i tifosi cechi, già privati della metà slovacca.
E mi viene in mente la notizia più importante del football europeo 2022: la Federazione tedesca, la potentissima (dicono loro) AFVD che rappresenta metà del football europeo (dicono loro), che esprime il meglio del football europeo (dicono loro), cambia presidente dopo 25 anni. O meglio, il regime di Robert “Saddam” Huber cade dopo 25 anni.
Con la morte di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, Huber era (dopo Lukashenko) il più longevo in carica in Europa. Quando venne eletto per la prima volta Presidente della AFVD, per capirci, Vladimir Vladimirovich Putin guidava il Taxi a San Pietroburgo.
Alla base della Caduta ci sono diverse ragioni, di tutta la vicenda colgo due spunti. Primo, appena sostituito Huber è stato messo sotto accusa dalla Federazione:
www.americanfootballinternational.com/afvd-accuses-ex-president-robert-huber-wiped-computers-suspicious-payments-changed-contracts/
Come diceva LVI: “Il football Europeo è quello sport in cui i tedeschi rubano e gli svizzeri sono disordinati”.
Secondo, alla guida del Praesidium dell’AFVD (giuro che si chiama così) è stato eletto Fuad Merdanovic.
Si prospettano tempi difficili.
Primo provvedimento, non di natura legale, del nuovo governo tedesco, incontrare ELF.
Ma ormai il danno è fatto, vedremo gli sviluppi.
A me sembra che il futuro del football (del nostro, non di quello americano) si stia delineando come un misto di Flag da una parte, per avvicinare i giovani, per fare i numeri, perché è meno impegnativo, politicamente corretto e pure olimpico, e leghe pro o semipro dall’altra, per lo spettacolo e per il divertimento di un gruppo di appassionati e praticanti, un po’ naive e in via di estinzione.
Ma ho imparato a non preoccuparmene.
Anche in questo caso, il Football non inventa nulla, segue il mondo nelle sue tendenze.
In generale, a livello globale, viviamo un’epoca di egoismo, aumentano le disuguaglianze e così nel football, sempre meno squadre a 11, sempre più ricche e poi la massa di squadre a nove o addirittura a sette.
Il football a 7 è il nuovo terreno di scontro del football italiano. Una volta a Fidaf non interessava, non riusciva “a stare dietro agli standard federali” dicevano. Quindi o si è alzato il livello del Football a 7 o, in epoca di vacche magre, tutto diventa utile.
Però deve essere chiaro che con i numeri in contrazione, prima o poi la crisi arriverà anche al vertice.
E poi… e poi ci penserà la Storia a rimescolare le carte, generalmente lo fa con mano pesante, molto pesante, staremo a vedere.
Per ora ci si mettono delle pezze e quindi arriviamo alla IFL 2023.
Metto le mani non avanti, avantissimo, da subito: non ho la minima idea di cosa stia parlando e quindi ho soppresso d’ufficio il power ranking.
Così a occhio, Guelfi un passo avanti, specie se e quando tornerà Briles.
Poi in pole per il posto in finale, nell’ordine: Panthers sebbene con quotazioni in calo, Dolphins invece in crescita e Stainless Steel Warriors delle province unite di Bologna e Modena in Emilia-Romagna che, come tutte le fusioni, maledette, potrebbero tanto arrivare in finale, quanto implodere entro la terza giornata.
Dietro, un gruppo difficile da decifrare, di squadre che con 4-5 giocatori giusti o sbagliati possono finire 5-3 come 0-8. E vale più o meno per tutte. In testa i soliti Ducks, i soliti Rhinos, quindi Mastini, Skorpions e Frogs che potrebbero essere tutto o niente.
Viene proprio dai Frogs, dal loro ritorno in Prima Divisione dopo 20 anni, una delle pochissime note positive di quest’anno. Insieme al ritorno dei Grizzlies in Seconda Divisione.
Sarò retrò, ma rivedere certi nomi, mi lascia accesa una fiammella di speranza.
Sicuramente il ritorno dei Frogs in Prima Divisione è tutto fuorchè conseguenza di una crescita sportiva.
Però non sta scritto da nessuna parte che debba essere così, almeno non nel football italiano.
Anche i Seamen si presentarono in Prima Divisione con uno 0-8 ottenuto in Seconda Divisione la stagione precedente, quattro anni dopo vincevano il loro primo Italian Bowl.
Un migliaio di parole per coprire 7 mesi di off season, e quindi sotto con i pronostici:
WEEK 1
Prima giornata a ranghi quasi completi della IFL, verrà ricordata come la giornata della delocalizzazione del football.
Vuoi vedere i Frogs Legnano? Devi andare a Milano. (Altra provincia)
Vuoi vedere i Mastini Verona? Devi andare a Bolzano. (Altra regione)
Vuoi vedere gli ER SSW BO-MO? Devi andare…non ho capito dove.
Viene spontanea la battuta: “E la finale dove la giocate, in America?”
Si.
Esportiamo il football americano in America, una mossa così folle da essere geniale, roba da Jordan Belfort.
Sono ammirato, sinceramente, è un po’ come quella cosa di “Vendere il ghiaccio agli Esquimesi”, chapeau.
Intanto, nel Kick-off classic, tradizione posticcia del nostro football, i Guelfi hanno azzerato gli Skorpions.
Comprendo la difficoltà dell’esordio (la pagano tutti) ma da Varese mi aspettavo molto di più, finire in mercy rule in meno di due quarti è davvero una falsa partenza.
Pronostici:
(Giuro, per sapere quali sono le partite in programma, apro il sito Fidaf…ora.)
MASTINI-RHINOS
Partita assolutamente incognita. I Mastini lo scorso anno sono stati molto sfortunati, ma hanno fatto anche cose buone. Stanno diventando un po’ come i Giants, raccolgono giocatori dai dintorni (e Verona è incredibilmente al centro di tutto il meglio del football italiano) e adesso giocano anche allo stadio Europa.
Dall’altra i Rhinos ripetono il copione degli ultimi anni, con un roster che alterna giovanissimi, qualche veterano e innesti dalle serie inferiori.
Difficile leggere i due roster, molto interessante invece la sfida dei Coach. Gis Nobile da una parte e Ciba Costanzo dall’altra, coadiuvato da un bel gruppo di volponi tra cui spiccano Andrea Ventura, Diego Gennaro e Lele Rossi.
Il fatto che il Coaching Staff gialloblu si conosca molto bene dovrebbe dargli un vantaggio rispetto a un sistema nuovo come quello dei Rhinos.
La differenza potrebbero farla gli import, se solo sapessi chi sono.
D’istinto mi viene da pensare che la compattezza e maggiore maturità dei Mastini possa prevalere.
FROGS-DOLPHINS
Giuro che ci avevo quasi rinunciato, all’idea di rivedere i Frogs in serie A.
E’ davvero un raggio di luce nell’oscurità, uno pensa che sia quella stella chiamata Sole, e invece è una lampadina a led, ma va bene, è già qualcosa.
I Frogs giocheranno al Vigorelli, come nel 2001 o giù di li, anni bui, guarda a caso.
La partita segna il passaggio di testimone del mio tifo, lo scorso anno ho tifato Dolphins, quest’anno tiferò Frogs. Gli anconetani però rimarranno nelle mie simpatie, il loro ufficio stampa meno.
Dei Frogs mi affascina la storia, per me erano un mito già 40 anni fa.
Di quelli attuali trovo interessante il Coaching Staff, Addona è un grande e poi ci sono Castellano e soprattutto il Don, e il Don è il Don.
Del roster neroargento conosco poco, ha import promettenti, ma i nomi degli italiani mi sono semisconosciuti. Cioè alcuni sono pure noti, ma da quelle parti molti si ripetono, tipo Colombo.
Penso che di Colombo nel football lombardo, da Gionni a Marcone, ne siano passati un centinaio.
E poi ormai nei roster di tutte le squadre è un trionfo di figli e nipoti di vecchie glorie, si fa tanta confusione.
I Dolphins invece sono sempre loro. Gli intelligentissimi mammiferi di mare sono pochi, cazzuti, compatti e ben allenati. Il sistema è oliato e al comando torna Di Galbo, che non sarà Dan Marino ma sa il fatto suo.
I Frogs pagheranno anche la tassa dell’esordio, i Dolphins puntano almeno alla semifinale e devono cominciare bene.
MLESNL22P19F659J-DUCKS
Anche questa è una partita insidiosa. I Ducks li conosciamo, sono più o meno la stessa squadra da 5 anni, compatta, con sostanza, ma senza particolari slanci, hanno molto cuore, a volte troppo e va in affanno, ma soprattutto iniziano sempre abbastanza male, se non proprio malissimo.
Strada spianata per la squadra geneticamente modificata dell’Emilia?
Possibile, ripeto le fusioni sono complicate, e maledette, ma dubito che lo sforzo profuso da Vipers e Warriors si riveli inutile o inadeguato da subito. Almeno all’inizio, dovrebbero prevalere gli aspetti positivi e ce ne sono tanti, almeno a livello tecnico e umano.
“Ciao mi chiamo Simone e non parlo di football da zero minuti….”