Usfl il caso Trump

by Piero Cabianca
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Un’altra settimana di gioco della Nuova USFL si è conclusa.
I dati di ascolto sono una parte molto rilevante in questa nuova lega.
Dopo un forte avvio la settimana 2 ha visto un calo del 60% degli spettatori rispetto alla settimana di apertura.
media di 658.000 spettatori.
Le partite della settimana 3 invece hanno registrato una media di 752.000 spettatori. Un leggero aumento.
I numeri dovevano aumentare dopo il previsto, ma forte calo, rispetto la prima settimana.
Come punto di riferimento, ecco le valutazioni TV USFL delle settimane 1 e 2.

Stallions vs Generals

  • Sabato 16 aprile: NJ Generals vs Birmingham Stallions (FOX): 1,757 milioni di spettatori.
  • Domenica 17 aprile: Houston Gamblers vs Michigan Panthers (NBC): 2,153 milioni di spettatori.
  • Domenica 17 aprile: Philadelphia Stars vs New Orleans Breakers (USA): 771.000 spettatori.
  • Sabato 30 aprile: Tampa Bay Bandits vs. Houston Gamblers (FOX) ha registrato una media di 825.000 spettatori.
  • Sabato 30 aprile: Birmingham Stallions vs. New Orleans Breakers (FOX) ha registrato una media di 1.144 milioni di spettatori. Un leggero aumento rispetto ai 1.056 milioni di telespettatori della scorsa settimana.
  • Domenica 1 maggio: Michigan Panthers vs. Pittsburgh Maulers (USA) ha registrato una media di 292.000 spettatori.

In calo rispetto ai 363.000 spettatori della scorsa settimana negli Stati Uniti. Dati sicuramente incoraggianti ma le partite si sono classificate al 91° posto tra le prime 150 trasmissioni via cavo.
La vera domanda diventa “quando questi numeri si stabilizzeranno?”.
Avere due partite con una media meno di un milione di spettatori (969.500) per trasmissione televisiva non è una grande sorpresa. Ma avere il campionato che raggiunge quel livello così rapidamente dopo tre settimane, porta inevitabilmente ad un calo.

Michigan Panthers

In realtà, poi, la maggior parte delle partite della USFL sono giocate con poca atmosfera, il che rende l’esperienza televisiva tutt’altro che accattivante. Certo, l’USFL ha già previsto di arrivare al secondo anno, in base al proprio modello finanziario.
Ma sarà in grado di eliminare il suo approccio finanziario scarno e puntare verso mercati che le permettano di diventare un campionato di football professionistico a tutti gli effetti tradizionale?

La storia recente suggerisce che un campionato di football professionistico primaverile che arriva al secondo anno è già motivo per stappare lo champagne. Tuttavia, ci sono state leghe di football professionistiche alternative come la United Football League, che sono riuscite oltre gli anni uno e due, e che non sono riuscite a raccogliere attenzione e dimostrare fattibilità. La domanda è quale tipo di interesse e che forma assumerà l’USFL quando arriverà a quella traguardo.
Ma andiamo a rivedere come la vecchia situazione anni 80 si riflette sulla nuova lega.

Come l’hanno vissuta i vecchi protagonisti a distanza di tanti anni.

I Florida Tuskers e i New York Sentinels della UFL

La prima versione dell’USFL, che aveva anch’essa un programma primaverile, durò tre stagioni negli anni ’80, e ebbe un certo successo prima che un famigerato proprietario della squadra dell’USFL che mirava a usare la sua squadra per farsi strada sgomitando nella NFL per potere e narcisismo. Questi era Donald Trump, sostengono in molti, che con le sue azioni uccise l’USFL. Donald J. Trump all’epoca era solo uno speculatore immobiliare di New York relativamente sconosciuto.

Herschel Walker e Donald Trump

Presentando una denuncia , alcuni proprietari e dirigenti della vecchia USFL hanno chiarito che non gli piace l’idea di riutilizzare quei nomi.
Fox sta “rivendicando l’eredità di qualcosa che non ha costruito”, ha affermato Nicholas Matich dello studio legale McKool Smith, che rappresenta il gruppo chiamato Real USFL LLC.
Anche Larry Csonka, della Hall of Fame Miami Dolphins, che era il direttore generale dei Jacksonville Bulls della USFL ed è il manager iniziale del gruppo, ha espresso critiche, poiché l’ultima partita della USFL è stata giocata 37 anni fa.

Resuscitare nomi di squadre e campionati non è raro negli sport professionistici. L’American Football League che si è completamente fusa con la NFL nel 1970 era in realtà la quarta AFL, dopo le versioni nel 1926, 1936-37 e 1940-41.

Ma questa è la prima volta che un’intera lega usa nomi e colori di una vecchia lega.
Jeff Pearlman, che ha scritto il divertente libro nel 2018 sulla vecchia USFL, ha detto: “Non ho davvero idea del perché sia stata fatta questa operazione.Ho cercato di capirlo, ma non ci riesco. Inoltre, non stanno nemmeno parlando della vecchia lega. Hanno i caschi, le squadre ed i nomi delle squadre, ma nessuna nostalgia”.

Sicuramente ricorderete come Donald Trump, al tempo proprietario dei New Jersey Generals sia stato fra i promulgatori dell’azione contro l’NFL nel 1986. Azione che al tempo chiedeva ai proprietari della lega numero uno, di pagare per il fallimento della nuova lega che, dopo tre anni di attività primaverile, voleva competere direttamente con gli storici Pro, in autunno.
Le pressioni fatte sui network per non dare copertura televisiva, e quelle sui proprietari USFL per lasciare la lega, furono giudicate veritiere, ma il rimborso comminato, che andava triplicato in virtù della nuova legge sull’antitrust, fu valutato solo di un dollaro. Simbolico.

Da da pensare che i giudici abbiano letto l’azione legale come una manovra a copertura di un fallimento che la lega aveva già maturato a causa delle grandi spese e dei pochi ricavi generati.

Ora, ovviamente sia al tempo, che oggi, bisogna considerare le implicazioni politiche di una mossa di questo genere rispetto al Football professionistico che in America oltre a generare profitti a 9 zeri, costituisce una leva di trattativa anche a livello commerciale e politico, per ambiti che esulano da quello meramente sportivo.
Al tempo si diceva chiaramente che l’intenzione di Donald Trump fosse quella di arrivare ad avere una franchigia di professionisti all’interno della NFL è che, pur di riuscire ad entrare in questo circolo chiuso di miliardari, padroni di franchigie, era disposto a giocarsi il tutto per tutto costituendo addirittura una lega alternativa concorrente a quella principale, votata al fallimento, e che facendo leva sulla perdita di ricavi e pubblico da parte delle lega maggiore, riuscire a convincerli a lasciarlo entrare con una sua franchigia. Questa mossa, però, evidentemente non solo non ha funzionato ma, anche dopo il tentativo di fare leva sui giudici, per costringere la National Football League a pagare per i debiti della USFL, portò al fallimento per una somma pari ha 160 milioni di dollari dell’epoca.
Il faccendiere newyorkese fu messo in un angolo.

Il quarterback Doug Flutie con l’head coach Walt Michaels dei New Jersey Generals e il proprietario Donald Trump


Dobbiamo anche ricordare che c’era stato negli anni 60 un famoso precedente.
All’epoca esistevano due leghe la National Football League e l’American Football League concorrenti, le quali all’inizio non giocavano un campionato in comune ma per riuscire a dirimere le controversie fra le due leghe avevano istituito una finalissima: il Superbowl, che dopo i primi successi aveva convinto tutti a raggrupparsi sotto un unico cappello la National Football League divisa però in due Conference; la National Football Conference e l’American Football Conference ancora oggi esistenti.
Nonostante le franchigie siano cambiate molto da quel tempo, Trump si basava probabilmente su questo precedente storico per riuscire a scardinare il monopolio del football al professionistico alla NFL, operazione che però fu così contrastata, da non riuscire.
Oggi i proprietari della nuova USFL, dopo aver comprato i diritti dei nomi delle franchigie ed aver registrato questi nomi in diverse località degli Stati Uniti sono Brian Woods è l’emittente televisiva Fox, da sempre ritenuta sostenitrice e legata alla figura di Donald Trump.

Come abbiamo visto le franchigie attualmente giocano esclusivamente a Birmingham sede di un’unica squadra gli Stallions e giocano nel weekend le 4 partite in due stadi diversi: due partite il sabato due partite alla domenica. Molti non capiscono che attinenza abbia questa ripresa dei nomi delle franchigie per costituire questa lega primaverile che va in diretta concorrenza con altri tentativi di football professionistico che abbiamo già visto l’altra volta cioè quelli del XFL o della Spring League e della nata ma subito morta Alliance of Football.


Hotshots vs Stallions della Alliance of American Football

Che qualcuno si domandi se la volontà reale anche questa volta sia solo quella di scardinare lo strapotere della National Football League rispetto al Football professionistico che, in America è considerato ad esclusivo appannaggio di questa lega, nasce spontanea. Però c’è da dire che questa volta l’interesse manifestato anche da altri competitor sembra portare più una reale volontà di occupare quello spazio lasciato libero durante la stagione primaverile e di accaparrarsi il pubblico affamato di football giocato, utilizzando, a basso costo tutti quei forti giocatori che per un motivo o per un altro in realtà non riescono a trovare posto tra i professionisti della National Football League e che molto spesso sono costretti se non a smettere di giocare, ad andare all’estero sicuramente in Canada e molto spesso anche in leghe di livello molto minore come le leghe europee, giapponesi e altre.

Vero è che sembra possibile che l’anno prossimo la XFL torni a giocare ed anche questo potrebbe essere il motivo per cui l’USFL abbia voluto partire proprio quest’anno per saggiare il terreno, accaparrarsi diritti televisivi e pubblico e, una volta confortati dai dati riuscire il prossimo anno ad essere egemoni in quel periodo dell’anno in cui c’è la potenzialità per riuscire ad avere un seguito di un certo livello. Ricordiamo che negli anni 80 la media degli spettatori della USFL è stata di 24.000 spettatori allo stadio a partita, cosa che oggi non è così importante, ma importante è occupare gli spazi della televisione, i quali generano diritti televisivi molto più remunerativi: la gestione attuale sembra molto più attenta alle spese avendo un Salary Cup veramente molto basso, senza nomi di spessore, cosa che probabilmente avverrà più avanti, se i conti e le squadre saranno in ordine, tanto quanto lo spostare le franchigie negli stadi e nelle sedi previste in giro per i Stati Uniti.

La XFL

Infatti ribadiamo che in questo momento, giocando tutti a Birmingham, non esiste di fatto un reale seguito di spettatori paganti allo stadio, visto che soltanto una squadra su 8 gioca le partite in casa.
Il livello comunque di gioco sembra di tutto rispetto se si tiene conto che nessuno dei giocatori coinvolti è tra i top talent cercati dalla NFL durante il Draft annuale.
Vedremo a fine campionato quali saranno stati i numeri reali della Lega e quali le intenzioni dei proprietari per un eventuale 2023.

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