Il secondo nome del football è PAZIENZA

by Vittorio "Tojo" Munerol
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Ho sempre pensato, sin da quando per la prima volta mi trovai in mano un palone prolato, che per imparare a lanciarlo, avrei dovuto avere pazienza.
Ho poi continuato a pensare che la pazienza fosse necessaria per imparare quel gioco nel quale si usava quel pallone, e di pazienza me ne è servita molta, in seguito per molti anni per riuscire a fare tutto quello che ho fatto, nel mondo del football.

Ma non volevo parlare di me, quanto del football ed in particolare di ciò a cui abbiamo assistito in quest’ultimo weekend di semifinali.
Direttamente, ho assistito a Thunders – Cavaliers, per comodità ma anche perché, molti di coloro che erano in campo, sia da un lato che dall’altro, hanno beneficiato in passato della mia pazienza. Una partita intensa, che ha sorpreso molti, e che ha espresso un buon livello di football, a mio avviso troppo bello per essere in una terza divisione.

La finale di Conference Nord vinta dai Thunders – Ph. M. Critelli

Quello che ha portato al successo dei Thunders, sicuramente è stato anche un paziente lavoro, portato avanti da una dirigenza molto giovane e a volte inesperta, ma che con grande volontà ha saputo negli ultimi quattro, cinque anni lavorare con costanza e dedizione, impegnandosi a volte su più fronti, creando intorno ad essa un gruppo ben coeso, che ha poi riflettuto in campo ciò che è questa squadra.

E come già sottolineato, la pazienza ha avuto un peso fondamentale!
Per i Cavaliers sarà un offseason di paziente attesa, durante la quale ci sarà da ricostruire o meglio ricompattare una squadra da approntare per il prossimo campionato. 


Fondamentale è stata anche la pazienza del coaching staff ligure dei Pirates, che ha mantenuto i nervi saldi fino all’ultima chiamata, coronando così il sogno di accedere alla finale di Ravenna, dopo un anno di duro e paziente lavoro.

I Pirates si sono qualificati al Silverbowl all’ultimo secondo

Consiglio spassionatamente all’unione Vipers – Hogs, di continuare con pazienza, questo progetto, che aldilà di tutto, ha dimostrato tanta sostanza in campo e tanta qualità, malgrado all’inizio non ci fosse piena consapevolezza.
Un progetto che è cresciuto man mano le partite venivano giocate, migliorato con pazienza da giocatori e staff.

La stessa cosa mi sento di suggerire ai Bengals Brescia, che apparentemente hanno corso a perdifiato verso una meta più grande di quella immaginata, e che la sconfitta in semifinale, non toglie nessun merito, anzi devono sentirsi appagati da questo campionato che ha ridato loro il giusto posto.

Le Aquile hanno fermato la corsa dei Bengals – Ph. Alice Mischiatti

Alle Aquile non va detto niente, dove sono arrivate, è dove volevano essere, per la squadra che sono ed è giusto così, e hanno dimostrato anche loro che questo gioco si basa sulla pazienza, partita dopo partita, un quarto dopo l’altro, un tentativo oltre al primo tentativo e così via, fino al touchdown, alla vittoria della partita, e più in alto ancora!


Mi scuso con Crusaders ed Elephants, dei quali non sono riuscito a vedere nulla, ma so quanto impegno ci abbiano messo i sardi in questa trasferta, dietro alla quale c’è stato un campionato bellissimo, ricco di soddisfazioni, pazientemente attese, ed anche per loro lo scoglio su cui si sono arenati, non è una fine, ma uno sprone a continuare la propria avventura in questo meraviglioso sport.

Gli Elephants cercheranno di vincere la “maledizione” nelle finali – Ph. B. Battino

Agli Elephants mi auguro di vederli al meglio nella finale di Ravenna in modo tale da poter assistere ad una bellissima finale, so di che pasta sono fatti i Liotri, so quanta pazienza abbiano avuto per poetr tornare a giocarsi questa “maledetta” finale!
Ecco, come in cinematografia ho sentito dire, e subitamente ho fatto mio tempo addietro, vi lascio questa massima: “il secondo nome del football è PAZIENZA” (cit.).

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