Locker Room: Michele Giacchello

by Giorgio Bianchini
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Buon anniversario “Prez”

Questa settimana abbiamo voluto intervistare il “capostipite” dei Pirates 1984, il presidente Michele Giacchello, per celebrare insieme a lui i primi 40 anni di football americano dei Pirates, franchigia ormai storica nel panorama del football nazionale.
Sicuramente non riusciremo in un solo articolo a rendere giustizia alle fatiche, alle gioie e ai dolori capitati in un tempo cosi lungo, dedicato interamente al football, ma riteniamo doveroso dare credito e voce a chi ha combattuto per portare avanti un progetto cosi complicato, lontano dalle luci ammalianti del calcio.
Personalmente ricordo di avere incontrato il presidente Giacchello una sera a Savona e parlando della sua creatura mi rimase impressa una frase che è mia premura raccontarvi e che recitava cosi – “ricordo i primissimi allenamenti quando eravamo davvero pochi, qualche amico e qualcuno che ne sapeva un po di più di regole e quant’altro. Mai avrei immaginato adesso di vedere con soddisfazione i Pirates cosi in alto nel panorama italiano. Una giovanile, una prima squadra sempre più forte e competitiva, ragazzi provenienti da più regioni, un coaching staff di prim’ordine ma soprattutto l’aver fatto conoscere il football americano a tanta gente che ancora oggi ci segue ogni domenica sugli spalti oppure da casa con il nostro streaming”.

Michele Giacchello Presidente dei Pirates

Mentre ricorda i primi passi dei neonati Pirates, nel lontano 1984, Michele Giacchello ha gli occhi lucidi. Con evidente commozione in un secondo gli saranno passate in mente tante gare da spacca polmoni nel fango, le prime trasferte su campi da calcio senza neanche la parvenza di un campo da football, allenamenti duri, a volte in pochi a volte un pò di più, sferzati dalla tramontana gelida della liguria, amici che ancora oggi lo spalleggiano e condividono con lui gioie e fatiche, ma anche amici persi durante questo lungo cammino, sempre e comunque con la palla da football tenuta con vigore sotto il braccio.
Inizio queste domande con un po di soggezione, quella che provo quando mi trovo davanti a persone che hanno coltivato e fatto germogliare il seme del football americano in Italia.

Buonasera presidente e grazie del suo tempo. Iniziamo subito con una serie di domande che molti lettori saranno lieti di leggere. Proprio quest’ anno la sua creatura compie i suoi primi 40 anni, ricorda i primissimi passi dei Pirates come fosse ieri? Il primo gridiron casalingo, le prime amicizie che magari ancora oggi la accompagnano in questa lunga, fantastica avventura.
Grazie a voi, fa bene dare spazio a chi ama questo sport. Premettendo che i Pirates non sono solo miei, ma di chi con me ha lottano e portato i pirati fin qui, il primo gridiron è un vero flashback per me, trovammo un campo a Vado Ligure dove i primi ragazzi si radunarono. Cresciuti un pochino di numero ci spostammo al pietroso “Pino Ferro” di Varazze città che ci ha riabbracciato quest’anno e che ha visto i primi campionati Pirates. Un terreno davvero ostico a causa della terra dura e del pietrisco sparso per il campo, niente a che vedere col Pirates field di oggi.

Se non sbaglio lei ha giocato per i suoi Pirates, che ruolo ricopriva presidente? Era un football ben diverso da oggi con meno flag e più contatti duri. Proponendole un paragone secondo lei meglio il football di allora oppure quello giocato oggi, dove i giocatori sono un po’ più tutelati, a discapito magari dei placcaggi spettacolari che tanto amano gli spettatori.
Io sono sempre stato orgogliosamente un difensore, di quelli che fanno vincere le partite. Scherzi a parte sono stato prima difensive tackle per poi spostarmi più esterno come defensive end (pausa riflessiva) che bei tempi! era un football più pionieristico, erano i primi campionati e le regole erano di conseguenza più leggere, il che rendeva il football americano più duro. Concordo in pieno sul nuovo regolamento che tutela maggiormente i giocatori. Soprattutto in Italia è stato un bene visto che il 99 % dei giocatori sono dilettanti non professionisti.

Giacchello in campo con la maglia dei Pirates

In tutti questi anni ha visto molte cose cambiare nel football americano in Italia, rimpiange qualcosa dei famosi anni 80, magari da riproporre oggi, oppure meglio il 2024, dove grazie a social media e streaming il football sta crescendo sempre di più?
Quello che rimpiango maggiormente oggi è senz’altro il pubblico. Tanta gente che si stava appassionando al football e aveva fame di vedere e sapere, un pubblico che si muoveva di più e riempiva i primi stadi. A livello di copertura e visibilità oggi grazie ai social ai webzine e agli streaming chiunque da casa può godersi il campionato italiano.

Quanta fatica e dedizione comporta crescere e gestire una società sportiva come i Pirates, lontana dalle grandi luci del calcio? Ripercorrerebbe tutte le fatiche affrontate fino a qui? Col senno di poi cambierebbe qualche scelta fatta in passato?
Io e i Pirates siamo un pò come Sandra e Raimondo, due innamorati che superano tante fatiche e difficoltà. Il tempo necessario per gestire una franchigia non è mai abbastanza, per questo torno a ripetere di non essere il solo artefice di tale impresa, impossibile singolarmente.

Oggi i Pirates sono una solida realtà nel panorama football americano nostrano, iniziando ad essere un concreto esempio per le società più giovani. Che consigli si sente di dare ai giovani presidenti e dirigenti che come lei 40 anni fa, stanno per impegnarsi in questa meravigliosa avventura?
Mi permetto di dare solo pochi consigli. Il football americano è pazienza, costanza, perseveranza, oltre che ordine e disciplina. Soprattutto questi valori dobbiamo inculcare nei nostri staff, un mantra imprescindibile a mio avviso per i nuovi e vecchi presidenti.

Tralasciando per un attimo i ricordi del passato e guardando al futuro, in quale direzione stanno andando i Pirates? É arrivato quest’anno uno sponsor molto importante e con l’ HC Giuso Delalba i risultati sul campo sorridono ad ogni week. I sempre più numerosi tifosi Pirates devono aspettarsi un futuro ancora più roseo?
Il futuro è sempre roseo, non esistono per me nubi all’orizzonte. Confido nella caparbietà e nella buona sorte. Da quest’anno grazie al nuovo main sponsor Natpower H e al grande lavoro del nostro head coach Giuso Delalba con noi da ormai 5 anni, i risultati sono sempre in crescendo e soprattutto confermati di anno in anno. I tifosi Pirates sono sempre pochi (sorriso) devono essere sempre di più e rivolgendomi a loro dico che grazie all’apporto economico del nuovo sponsor si dovranno aspettare grandi cose nei mesi a venire.

Il coaching staff Pirates é di prim’ordine, così come il roster che presenta un giusto mix di esperienza e gioventù. Il lavoro fatto negli uffici in off season è stato dunque difficile ma molto concreto. Chi si sente di dover ringraziare nel “front office” dei Pirates?
Ringrazio, ed era già sotto inteso nelle risposte precedenti, il nostro GM Eugenio Meini, il vero “deus ex machina” e anima dei Pirates. Grazie a lui e al nostro HC Giuso Delalba tanti giocatori hanno iniziato a bussare alla nostra porta per poter vestire la jersey Pirates. Molti ragazzi arrivati quest’anno sono nomi noti nel football italiano, e qui ritorno a ringraziare ancora una volta la coppia Meini-Giuso per aver creato un’ amalgama tra veterani e giovani che sta dando ottimi risultati. Il mood è senz’altro quello giusto.

Ultima domanda poi la congediamo presidente. Il 2024 per i Pirates é sinonimo di “all in” nel roster, per cercare di andare oltre quelle fatidiche semifinali che per ora vi hanno sempre fermato.
Oltre alla stagione in corso, con il suo front office e l’ HC Giuso Delalba avete già le idee chiare per settembre? State già studiando il futuro prossimo? Scelte e lavoro lungimirante anche per la prossima season, oppure un passo alla volta e godiamoci il bel momento?
Noi non ci fermiamo mai, nel concreto ancora non c’è nulla di sviluppato per il futuro prossimo dei Pirates sappiamo dove andremo a lavorare. Sicuramente amplieremo il front office. Lo staff dirigenziale ha bisogno di nuovi innesti così come il roster dei giocatori. Sono molto soddisfatto del coaching staff anche se a mio avviso qualche piccola miglioria si può sempre attuare.
Per concludere noi Pirates siamo sempre stati e saremo per sempre lungimiranti. Centimetro dopo centimetro abbiamo costruito questa realtà che per noi è linfa vitale. Non nascondo il fatto che i Pirates siano la nostra vita! Un movimento da prendere d’esempio e da portare nelle scuole, cercando di fare imparare a più ragazzi possibile, questo meraviglioso gioco che porta dentro di se tanti insegnamenti.

Con queste parole Michele Giacchello, presidente dei Pirates 1984 si congeda da noi, con la sola speranza in cuor suo di condividere ancora, a distanza di 40 anni gli stessi valori e voglia degli albori Pirates, con la perenne speranza di avvicinare sempre più gente a questo stile di vita chiamato football americano.

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