Locker Room: Michele De Cunsolo

by Giorgio Bianchini
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In questi primi anni venti dove il movimento football americano in Italia sta prendendo sempre più forza e vigore, soprattutto nelle giovani leve, ci sono tanti personaggi che da anni dedicano il tempo libero alla loro più grande passione, il football americano appunto.
Menti geniali che ci regalano nei gameday chiamate e schemi da applausi.
Andiamo oggi a conoscere tra di loro, un uomo che in Liguria ha lasciato il segno tra gli “ex” più giovani e che ora è l’artefice principale di una delle macchine da guerra più oliate e perfette di tutto il panorama football americano in Italia, ovvero il “black wall”, la tanto temuta defense dei Pirates 1984.
All’anagrafe Michele De Cunsolo, per tutti sul gridirion e in sideline “coach Mitch”, il tanto apprezzato defensive coordinator dei liguri inizia a muovere i suoi passi come promotore della “Academy Pirates” nell’estremo ponente sanremese, che nel tempo darà buoni frutti, basti nominare due colonne portanti dei Pirates, il quarterback starter Federico Burato e il forte linebacker Matteo Bruno.
Studiando il personaggio apprendiamo con piacere che tra i primissimi “educamp” football in Italia figura proprio coach Mitch. Nel 2013 infatti Imperia fu scelta insieme ad altre 26 città italiane per promuovere lo sport statunitense per eccellenza.
Dalle giovanili alla senior il passo è breve e coach Mitch inizia ad allenare e studiare con dedizione il “front seven”, specializzandosi sulla linea dei linebacker.
Dopo qualche anno di gavetta ed ottimi risultati individuali, ecco arrivare la grande occasione, ricoprire il ruolo primario di defensive coordinator dei Pirates 1984, ruolo che svolge con bravura e personalità da ormai sei anni.

Michele De Cunsolo parla con i suoi giocatori


Oltre agli insegnamenti per tutti i ragazzi che compongono il “black wall”, coach Mitch riesce a dominare paure e primi approcci sul gridiron con un modo tutto suo, quasi unico. Un vero e proprio spettacolo da ammirare al “Pirates field” nelle sessioni serali di allenamento.
Infatti “coach Mitch” riesce a inculcare a tutti i suoi giocatori, metodi e schemi, con un amorevole autorevolezza , con passione e un modo di sdrammatizzare soprattutto nell’errore individuale, che rende i giocatori sereni e sicuri di fare bene nelle skill successive.
Risultato per il DC Pirates una difesa impenetrabile che nelle prime cinque week di IFL2 ha concesso soltanto 17 punti.
Nelle prime 3 gare interne al Pirates field, risalta un’ottima copertura nelle varie zone del campo, con un ottimo front seven ma soprattutto con una lettura in secondaria che non si vede spesso sui gridiron italiani. I soli 3 punti concessi in casa a marzo (un field goal dei forti Reapers Torino, unici punti di giornata per gli ospiti) fanno capire bene che queste “stats” non sono un caso, ma frutto di un gruppo ben allenato, tranquillo nel cuore e concentrato nella testa, durante gli schemi da effettuare after snap.
Andiamo a conoscere bene dunque Michele De Cunsolo che si concede a Tutto Football Magazine, rispondendo a sette domande, mentre in sideline con lo sguardo non perde neanche un passaggio della sua creatura perfetta.


Coach Mitch buonasera, veniamo subito a noi, quest’anno siete partiti forti in difesa, segno che il lavoro intrapreso da anni inizia a pagare e bene. Come è stato integrare i nuovi arrivi in una difesa già al top negli scorsi anni?
Abbiamo fatto un ottimo lavoro in questi 6 anni e i frutti oggi sono sotto gli occhi di tutti. Naturalmente il lavoro è ancora lungo e qualcosa da perfezionare c’è sempre. Il front office ci ha rafforzato con giocatori di esperienza assoluta ai quali è stato semplice capire ed entrare a pieno nei miei schemi di difesa.

Il segreto del successo dei Pirates 1984 è senz’altro l’esperienza in sideline e la bravura del front office di andare a lavorare bene nelle “needs” in off season. Il fiore all’occhiello però è senz’altro la sua difesa che di fatto fa vincere le gare e rende sereno tutto l’ambiente ligure. Anche il suo staff quindi è molto importante per lei, uomini che sul campo hanno sudato e combattuto per i Pirates. Come funziona dunque, deve insegnare a loro i suoi “segreti” oppure è il suo staff che insegna a lei qualcosa che ancora le sfuggiva, se questo fosse ancora possibile, vista la sua profonda esperienza e conoscenza.
Più che segreti ho la mia filosofia di gioco e cerco di insegnarla al mio staff. Ragazzi che hanno vestito la jersey Pirates e sono molto esperti di schemi, coperture e quant’altro. Sono più io a cercare di apprendere particolari nuovi da loro, ma è più per la mia filosofia di vita, che riflette nello sport che amo. Ascolto tutti, osservo tutto e cerco di fare mia qualche nuova idea brillante.

Michele De Cunsolo indottrina un suo giocatore


Il lavoro eseguito in secondaria a nostro avviso è davvero ottimo. Letture precise, mai cali di tensione e coperture quasi perfette che rendono la secondaria “black wall” una vera e propria “no fly zone”. Sappiamo che i segreti non può svelarceli quindi le chiediamo, avere giocatori così esperti, ne citiamo solo un paio ma sarebbero tutti da nominare, Stefano Raffaelli e Stefano Leidi, è un valore aggiunto alla difesa oppure a suo avviso è la dedizione agli schemi e alle letture che fa la differenza tra la sua difesa granitica e le altre?
Avere dei veterani in squadra è senz’altro un valore aggiunto, soprattutto durante gli allenamenti i backup guardando i loro movimenti e i loro piazzamenti performano cosi più velocemente e li possiamo avere pronti per la domenica successiva. La differenza maggiore sono comunque la comprensione degli schemi e le letture che si fanno in campo. Sono sicuro che imparare bene il sistema difensivo da parte di tutti i ragazzi sia alla base del “black wall”.

Il coach Mitch di ieri ha lavorato tanto e bene con i ragazzi e come già citato QB Burato e il forte LB Bruno ne sono l’esempio lampante. Anni fa non esisteva il flag football e neppure un percorso scolastico. Quanto era difficile reclutare nuove leve in Liguria e qual’era il suo approccio ai più giovani, che magari vorrebbe condividere con gli scout di questa nuova generazione di football americano in Italia.
Purtroppo la Liguria è un territorio ostico per un recruiting completo. Poche occasioni si avevano nei primi anni 2000. Poi dal 2012 abbiamo portato avanti un programma della FIDAF che ci ha permesso di entrare nelle scuole con il flag football. La teoria grazie ai social media e ad un sistema di comunicazione veloce ed incisivo ci ha permesso con facilità di entrare velocemente nelle menti anche dei ragazzini più giovani, intendo elementari e medie. Con video e tanto divertimento abbiamo capito subito che stavamo attirando la loro attenzione positivamente. Da li tanti ragazzi hanno iniziato ad avvicinarsi a questa disciplina.


Domanda tecnica coach, in NFL un defensive coordinatore quest’anno è stato attaccato perché aveva sottovalutato le giocate del QB avversario, non modificando la difesa a dovere. Lei ama usare spesso il 4-2 aggiungendo il nickel in fase arretrata. Per lei è un mantra o con più malleabilità adatta la sua difesa in base agli avversari e gli studi sui video in settimana?
Partiamo sicuramente da una base solida come la 4-2 ma dopo aver studiato la offense avversaria questa diventa molto malleabile. Non mi sento “obbligato” a giocare sempre con lo stesso schema, mi piace studiare lo scouting, analizzare in settimana i video degli avversari per trovare le posizioni e gli schemi giusti da riportare in allenamento, e di conseguenza sul campo alla domenica.

In una intervista a caldo nel post game di Pirates – Reapers, il suo capo allenatore Alfredo Giuso Delalba ha specificato che la perfezione non esiste. È d’accordo con le parole del suo HC oppure ritiene che il suo operato in difesa si stia avvicinando concretamente ad una perfezione di schemi e movimenti che molto spesso lasciano le offense avversarie senza idee. Nel caso fosse d’accordo con le parole di HC Giuso dove allora dovete lavorare ancora di più?
Sono assolutamente d’accordo con le parole del mio HC Giuso Delalba, anche perché per mia natura non sono mai soddisfatto a pieno. Il giorno dopo la gara inizio così ad analizzare i nostri video per cercare di limare quelle piccole imperfezioni che spesso sono individuali. Tutto questo lavoro è sempre per cercare domenica dopo domenica la performance migliore.

Un’ultima domanda e poi la lasciamo libero di correre dai suoi ragazzi che con lo sguardo la cercano sempre. Nel futuro prossimo suo e dei Pirates, che proprio quest’anno compiono 40 anni di football americano, c’è un 2024 da continuare ad altissimi livelli. Quali obiettivi minimi vi ha chiesto HC Giuso Delalba e come vede il futuro dei Pirates 1984 nel panorama italiano?
Dopo due semi finali perse l’obiettivo minimo è arrivare a Ravenna per giocarci il Silver bowl, dove dovremo dimostrare tutto il nostro valore anche se un bowl rimane sempre una partita a sé. Ad oggi abbiamo dimostrato che siamo una realtà concreta e sempre in crescita nel panorama italiano. Lavoriamo con i piedi per terra in maniera sempre precisa e puntuale. Abbiamo ottime prospettive future a mio avviso, grazie ad una società solida alle spalle e ad un gruppo molto solido, sia in campo che in sideline.


Ringraziamo e congediamo coach Michele De Cunsolo per il tempo che ci ha concesso durante uno degli intensi allenamenti al “Pirates field”. Ora davanti a nostri occhi in mezzo al suo “black wall” lo vediamo sereno e concentrato. Non ci rimane che augurargli di raggiungere tutti gli obiettivi personali prefissati in questo 2024, dando appuntamento a lui e a tutti i tifosi Pirates a domenica prossima nella insidiosa trasferta di Cernusco.

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