Rocket

by Marc Taccone
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Io me lo ricordo Rocket, arrivó a Dallas per sostituire nel cuore di noi tifosi tal Michael Irvin, un’impresa riuscita solo in parte a Dez Bryant e CeeDee Lamb, e me lo ricordo perché mi insegnó una nuova parola in inglese, io che ero autodidatta, e quella parola era “delusional”, una parola che da allora accompagna costantemente le stagioni dei Cowboys, una parola che ha un significato così specifico che é difficile tradurla con un singolo vocabolo italiano.
Delusional è chi (o cosa) tradisce costantemente le aspettative di chi gli vuole bene. Capite come questo ben si confà all’attuale situazione dei vaccari di Dallas, ma nel 1998 i Cowboys non venivano etichettati con questa tremenda sentenza, lui si, Raghib Ismail detto Rocket si, tutta la sua carriera professionistica aveva il sentore di “delusional”.

Rocket in maglia Notre Dame

Ismail ha frequentato l’Università di Notre Dame dal 1988 al 1990, dove ha avuto un impatto significativo nella squadra di football dei Fighting Irish.
Durante il suo periodo universitario, ha contribuito a un record complessivo di 33 vittorie e 4 sconfitte, inclusa una perfect season nel 1988 che ha portato alla vittoria del campionato nazionale. Ismail è uno dei due giocatori nella storia di Notre Dame ad aver accumulato oltre 1.000 yard sia in ricezione che in corsa.
Detiene ancora il record universitario per la media di 22 yard per ricezione. 22 yards a ricezione di media, lo riscrivo perché detto così sembra poco, ma se ci pensate é come avere un primo down assicurato. Arriva secondo all’Heisman del 1990 e tutti lo danno come sicura prima scelta assoluta nel draft successivo.
Ma ecco che il Canada fa uno di quegli scherzi di cui é già stato capace in passato e soffia il promettente wide receiver alla NFL.
Ah se ci fosse stato Trump all’eppca! Che smacco!
La CFL permette (ed aiuta) agli Argonauts di Toronto di offrire a Rocket un quadriennale da 18,2 milioni di dollari all’anno. Anche qui, sembrano pochi, ma ricordiamoci che é il 1991, che, per confronto, il giocatore più pagato in NFL é Joe Montana che ne prende 3,5, e che il contratto di Ismail é più oneroso dell’intero budget cap di una franchigia di CFL dell’epoca, cosa che crea anche un certo imbarazzo.

Ismail al draft della CFL nel 1991

Jerry Jones era su tutte le furie, aveva fatto i salti mortali per assicurarsi la prima assoluta per poi vedersi portare via il gioiellino che aveva in mente di mettere in cima alla sua collezione da un branco di taglialegna che giocavano un football “sbagliato”.
A Los Angeles (sponda nero-argento) invece, ci sono degli estimatori di Rocket, vedono in lui il nuovo messia della palla ovale, e, nonostante sappiano che andrà a giocare in Canada, decidono di investire la 100 overall, al quarto giro, proprio per lui. Un draft che era avaro di scelte per i Raiders, pensate che Dallas, reduce dalla rapina alla diligenza dei Vikings con protagonista lo scambio di Herchel Walker, prima della 100 avevano già scelto Russel Maryland, Alvin Harper, Kelvin Prichett, mandato subito a Detroit, Dixon Edwards, Godfrey Myles, James Richards, poi andato ai Rams nello stesso anno, il fenomenale Erik Williams e Crurvin Richards.
I Raiders alla 100 dovevano scegliere il loro terzo giocatore e scelsero uno che già sapevano che non avrebbe giocato da loro. L’unica speranza di Al Davies e soci era che la CFL con quella spesa assurda andasse gambe all’aria e liberasse il talento di Rocket che a quel punto sarebbe stato di loro proprietà.

Rocket in maglia Argonauts

E fu così. Rocket fece in tempo a vincere una Grey Cup e settare qualche record che improvvisamente la bolla esplose, la CFL fu insolvente e non ebbe altra scelta che lasciar andare Ismail a giocare per i Raiders e pagare le costosissime penali per non fallire.
Tutto si sarebbe risolto per il meglio, il più forte kick returner e uno dei più forti ricevitori della storia avrebbe “portato il suo talento” in California per dare una bella passata di lucido all’argenteria del vecchio Al.

Rocket con i Raiders

Ma é qui che il concetto di “delusional” inizia a prendere forma. Si, Raghib “Rocket” Ismail é un fantastico ritornatore di calci, ma poco più.
Qualche ricezione, ma tutta quella velocità prepotente non può nulla contro la fisicità preponderante di una lega di esseri umani che fanno questo mestiere anziché fare i supereroi. Dopo la miseria di 1400 yards ricevute in tre anni Los Angeles lo scambia nel 96 mandandolo a Carolina, nei Panthers stessa solfa, la gente scuote la testa e lo definisce “delusional”.

Nel 1998 gli scade il contratto, i Panthers non sono intenzionati a rinnovarlo, paradossalmente supera per la prima volta le 1000 yards in singola stagione, sembra un giocatore completamente diverso e arriva alla free agency con rinnovata fiducia nei suoi mezzi.
E chi bussa alla porta? Quel Jerry Jones che sette anni prima non era riuscito a portarlo a Dallas, la cosa si fa, Rocket giocherà nei Cowboys, per raccogliere il testimone da Irvin e l’eredità da Bob “Bullet” Hayes, il ricevitore più veloce mai visto, per cui nei ruggenti anni 70 vennero inventate le difese a zona.
Rocket parte bene, nel primo anno segna il record personale di yards ricevute e segna 6 touchdowns, ma diversi infortuni e le gambe appesantite da anni di allenamenti su turf ne minano la continuità e torna prepotentemente quella sensazione di non aver avuto modo di cogliere il meglio dal talento che si aveva a disposizione.

Rocket in divisa Cowboys

Raghid “Rocket” Ismail si ritira così nel 2001, all’alba della nuova era della NFL, con l’arrivo di un giocatore da cui nessuno si aspettava nulla e che é diventato il più vincente di sempre.
Ma questa é una storia che conoscete troppo bene perché venga mai raccontata qui.

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