Come promesso settimana scorsa, eccoci qua con la versione estiva di Foto Kick Off che potremmo chiamare OnSide Kick Foto visto che resteremo all’interno del mondo dei fotografi di football con delle interviste a format fisso, cioè 5 domande che saranno uguali per tutti/e.
A raccogliere la palla per la prima intervista è stata Monica Audoglio conosciutissima fotografa, ufficiale IFL e FIDAF nonché reporter di squadra dei Giaguari Torino.
Buona lettura!
Grazie per aver accettato l’intervista.
La prima domanda è d’obbligo: con tutto quello che c’è da fotografare perché il football?
A dire la verità ho cominciato a fotografare proprio il football e poi sono passata anche ad altro. Avendo un figlio che ha cominciato a giocare ed un marito che allenava per stare con loro e vivere la partita sul serio, mi hanno dato una macchina fotografica in mano e detto “fai qualche foto ai ragazzi”. Così ho cominciato, con risultati non eccezionali. Per carattere io sono una perfezionista, quindi ho cominciato a studiare la teoria, ed a chiedere consigli e pareri a chi avevo intorno. Quando ho cominciato a migliorare un pochettino e sono riuscita ad andare anche ad eventi nazionali, dove c’erano fior di fotografi, ho chiesto aiuto anche a loro e tutti sono stati estremamente disponibili a rispondere alle mille domande che avevo. Pian piano ho imparato a trovare la posizione ed i tempi di scatto, che il gioco richiede per poter avere delle foto discrete. Ogni tipologia di foto richiede uno studio accurato, la foto sportiva è una delle più complesse specie se cerchi l’azione tecnica spettacolare ma è estremamente ricca di momenti in cui puoi dedicarti anche ai ritratti e cogliere le emozioni degli atleti. La cosa più complessa è trovare il giusto equilibrio quando scatti in stadi con illuminazione insufficiente e devi fare i miracoli in post produzione per tirare fuori qualcosa di appena appena potabile.
Altra domanda obbligata a dei fotografi: Canon, Nikon o Sony? Ovviamente anche il motivo.
Io fotografo con Nickon, sono passata da circa un annetto alle mirrorless. Ho una Z6II con obbiettivo 70-200 2.8 che è proprio il”mio obbiettivo” nel senso che è diventato un estensione del mio braccio e con cui vivo in simbiosi.
il motivo è che avendo “rubato” l’attrezzatura la marito ho cominciato con Nikon e mi è sembrato naturale continuare facendo degli upgrade quando ne ho avuto la possibilità.
Com’è il tuo rapporto con la post produzione?
Post produzione odio/amore. la post produzione porta via un quantitativo di tempo enorme, ma diventa un banco di prova di come è andato lo shooting sul campo. A volte “sento” la foto, seguo l’azione, vedo la palla arrivare, il ricevitore saltare e scatto a colpo sicuro, altre volte scatto e scopro solo dopo che ho preso un bel momento. Le condizioni di luce determinano se ci vorranno 10 secondi o 10 minuti a concludere l’elaborazione della foto. Come fotografo di squadra il numero degli scatti per partita non sono mai pochi. Si cerca di accontentare tutti soprattutto i ragazzi, che vogliono le foto per IG, possibilmente tante, belle e subito. Se si gioca di sera puoi dire addio alla possibilità di cavartela con poco tempo, normalmente gli stadi dove gioca il football hanno un’illuminazione talmente fioca che fatichi a vedere la palla con gli occhi, lavori ad ISO impossibili e salvi ben poco che abbia senso pubblicare. Personalmente mi creo settaggi con colori brillanti ed obre che intensifichino la drammaticità dell’azione. Per i ritratti invece trovo il bianco e nero molto emozionante.
Cosa ti dà/darebbe fastidio in un collega tuo vicino di sideline?
Essendo una fotograva amatoriale, ho sempre guardato i fotografi migliori per imparare, non solo la tecnica ma anche i comportamenti da tenere sul campo. Se ci sono delle regole, si seguono. Se ti dicono di non stare fra i piedi, lo fai. Normalmente non ci sono grossi problemi, non ricordo di aver mai dovuto discutere con nessuno, ci si rispetta molto. Secondo me i professionisti si dimostrano tali quando sono di esempio non solo in camera oscura ma soprattuto sul campo.
Domanda stramba e non troppo seria: escluso il QB, in quale ruolo ti piacerebbe giocare?
Considerando il mio fisico sarei sicuramente idonea in offensive line 🙂. Come carattere un runnigback perchè quando parto è difficile fermarmi, ma il ruolo che amo di più è sicuramente il wide receiver, provo una grande e sana invidia per questi ragazzi che corrono come pazzi e saltano come “giaguari” 😉 in pose plastiche e sono una godura da fotografare. Il bello di questo sport è che non c’e’ un body tipe unico, puoi giocare se sei grosso, se sei magro, se sei basso o se sei alto. E’ uno sport inclusivo, meraviglioso e molto spettacolare. Insomma c’è da divertirsi in ogni parte del campo!
Grazie per la disponibilità!
Di seguito alcune foto di Monica commentate dalla stessa fotografa.
Questa la foto d’esordio con una Nikon D50, scattata in Jpeg a Grosseto nella finale U17 Giaguari – Aquile. La qualità è poca ma c’e’ il momento ed è stata la foto che mi ha indotto a continuare con la foto sportiva.
Anno successivo 2019 un Bowl tackle U13 svoltosi sotto una pioggia torrenziale. Neanche si vede il piccolo Seamen completamente avvolto dalla pozzanghera. Foto con D7100
Questa foto riprende l’attimo in cui termina la finale U19 nel gennaio 2020 fra Seamen e Giaguari ed è stata ripresa da Europe’s Elite e Fidaf a simboleggiare l’essenza di questo sport che trasforma grandi atleti in grandi uomini.
2021 Italia Campione D’europa. Sono andata in Svezia per per seguire la nazionale, grazie all’accredito di Fidaf. e’ stata una trasferta fortunata, per la Nazionale che si è laureata campione d’Europa, per me perchè questa è un altra foto che ha fatto il giro del web, finendo anche su Eurosport e classificandosi fra le finaliste del concorso fotografico ANAOAI patrocinato dal Coni.
2024 per terminare questa carrellata, la foto che a me personalmente è piaciuta di più in quest’anno. Scattata con la Nikon Z6ii.