Milano chiama, la NFL risponde

by Giorgio Bianchini
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Attraverso l’esperieza di un ragazzo di 15 anni, appassionato giocatore di football americano, riviviamo le emozioni di domenica dove a Milano, direttamente dalla NFL, sono atterrati due tra i miglioridifensori dell’intera lega.
Ecco come è andato il tanto atteso camp, visto con gli occhi dei giovani ragazzi presenti sul gridiron del sempre meraviglioso Vigorelli.

«Finalmente domenica 26 marzo è arrivata e la tanto attesa giornata all’insegna del football americano al velodromo Vigorelli di Milano, sotto la direzione dei coach americani e realtà.
Il tanto desiderato incontro con due giocatori della NFL, la lega più importante al mondo per quanto riguarda il football americano, dista da me solo poche ore di auto.

I partecipanti al camp sul terreno di gioco del Vigorelli

Si tratta dell’ultima tappa del tour dei due giocatori professionisti, che ha toccato le maggiori città europee, infatti solo due giorni fa, i ragazzi di Roma hanno avuto la gioia di allenarsi con loro, e oggi finalmente tocca a me. Sveglia presto e colazione abbondante perché alle 12:30 al cancello di entrata del “Vigo”, le ragazze dell’organizzazione inizieranno a prendere le registrazioni. Questa sensazionale notizia era giunta a me già a gennaio quando mio padre, di nascosto mi acquistò il biglietto con tanto di fotografie di un certo Andre Cisco safety e Micah Parsons linebacker.

Da quel giorno che ormai sembra lontano anni luce, non vedo l’ora di indossare il casco e farmi strapazzare dagli attenti coach statunitensi, ma soprattutto di ammirare da vicino due realtà del football americano della NFL. Micah Parsons, a soli 23 anni è già una leggenda della lega, fortissimo edge dei Dallas Cowboys, con all’attivo già 26.5 sack in 2 stagioni, ha vinto nel suo primo anno da professionista l’ambitissimo premio di DROY, ovvero il rookie difensivo dell’anno. Paragonato per stile e potenza ad una leggenda del calibro di Lawrence Taylor, trovarmi di fronte Micah, crea dentro di me e noto anche sui volti dei miei compagni accorsi da tutta Europa per incontrare i due professionisti NFL, un certo timore reverenziale, 191 cm per 112 kg di muscoli, il solo pensiero di vederti arrivare addosso questa belva che cerca di buttarti giù, mi fa venire i brividi, e un pensiero va al malcapitato quarteback che se lo vedrà arrivare da destra dopo aver eluso per l’ennesima volta il left tackle a sua guardia.

Micah Parsons dei Dallas Cowboys

Di fianco a lui Andre Cisco, emergente safety dei Jacksonville Jaguars che proprio quest’anno ha messo a referto tre intercetti, insieme ai suoi compagni di reparto Devin Lloyd, Tyson Campbell e Rayshawn Jenkins, che hanno contribuito a rialzare i Jags.
Leggermente più piccolo di Parsons, chiaramente il ruolo di free safety lo richiede, Cisco si innalza davanti a noi con i suoi 184 cm per 94 kg.
Anche per lui la stagione appena terminata è stata la seconda da professionista, con 15 gare giocate da starter.

Andre Cisco

Proprio quest’anno i Jaguars hanno finalmente ottenuto un record positivo e si sono aperte le porte dei play-off, trovarmi faccia a faccia con Andre Cisco è per me un’immensa gioia, finalmente è starter in NFL e sia lui che Micah sono finalmente reali, a pochi centimetri da me, ci stanno allenando con sorriso e tranquillità, la NFL è dunque una cosa vera e tangibile.

Dopo avere preso la maglietta dell’evento all’entrata, di corsa ci dirigiamo, helmet in mano, verso Parsons e Cisco, l’allenamento sta per cominciare, saranno tre ore intense e come sempre, da buoni americani, la loro principale attenzione è sulla nostra idratazione. Ci chiedono se siamo idratati, se abbiamo le nostre borracce con l’acqua perché altrimenti saranno loro con la loro scorta di acqua a reidratarci. Capisco subito che saranno tre ore intense, infatti già divisi in scaglioni incominciamo a girare tra i vari coach della St. Anne’s Belfield School di Charlottesville in Virginia.

A giro inizio con il coach dei linebacker, il quale con poche parole in un inglese molto comprensibile nonostante l’americano sia un po’ più complicato da capire, ci fa iniziare col botto prendendo a cannonate la ciambella che funge da bersaglio. Dopo aver chiuso l’huddle, finalmente arriva il mio turno per la sessione di allenamento con Andre Cisco. Essendo sia lui che Parsons due difensori, le due ore con loro saranno soprattutto concentrate sulla parte difensiva, infatti con Andre dobbiamo seguire le sue indicazioni, ovvero seguire con lo sguardo il pallone che nella sua enorme mano quasi sparisce e fiondarsi a fine esercizio sul nostro avversario per placcarlo.

Immagini dal camp

Dopo un’ora e dopo aver bevuto (molto intenso l’allenamento, per questo gli allenatori insistono sulla idratazione), ecco di fronte a me coach Micah Parsons il quale dall’alto dei suoi 191 cm ci invita a fare qualche corsa a ostacoli stile Running back. L’emozione indubbiamente è forte, sono allenato e controllato da una leggenda della NFL. Con i miei compagni, qualcuno proveniente dal Canada altri da Israele ma la maggior parte dall’Italia e dalla Germania, ci scambiamo occhiate e sorrisi, anche per loro il sogno è diventato realtà.

Finite le due ore di allenamento con i due giovani fenomeni della NFL, e dopo aver bevuto per l’ennesima volta, ecco finalmente arrivata l’ora dello sferoide prolato. L’ultima ora saranno solo drill e tracce sotto gli occhi attenti dei coach della Virginia. Il tempo grazie al cielo è proprio da football americano, partiti alle 13 sotto un bel sole, ci ritroviamo dopo due ore e mezza di intenso allenamento sotto una pioggerella stile inglese che rende tutto più emozionante.

Alcuni dei giovani partecipanti

Il Vigorelli è una cornice splendida per questo evento, qui il football si respira in ogni azione. Stanchi ma felici dopo aver concluso l’allenamento con Parsons e Cisco, effettuate le foto di rito e avere scambiato qualche parola con i due giocatori, la fantastica giornata può dirsi conclusa. Assaporare il football a massimi livelli nello stadio più bello d’Europa, il “Vigo”, nel cuore di Milano, è stato qualcosa di assolutamente bello e spero di ripeterla nel più breve tempo possibile. Mi rendo conto solo all’ultimo che insieme a me c’erano circa un’altra ottantina di ragazzi, come già detto provenienti da ogni parte del mondo. Questi eventi che per noi amanti dell’NFL equivalgono a toccare il cielo con un dito, perché Parsons e Cisco li avevamo visti finora solo in televisione la domenica sera tra un sack devastante e un intercetto spettacolare, sono sicuro che possano attirare sempre più giovani della mia età, verso questo sport o più precisamente verso questa disciplina che rimane, una volta conosciuta, imparata e apprezzata, come ricorda sempre mio padre, un vero e proprio stile di vita. La brochure finale che i coach ci porgono prima di congedarci, mi proietta con i sogni agli Stati Uniti.
Infatti nelle due brochure che ho in mano vedo i dati della St. Anne’s High School e dell’ambizioso progetto di portare ragazzi di tutto il mondo nelle loro classi e nei loro campi per imparare la lingua, 18 materie a scelta ma soprattutto il football americano giocato in terra americana. Già 19 paesi sono presenti nelle classi e nei gridiron di questa scuola della Virginia.

Tornando a casa sotto una pioggia battente, stanco ma entusiasta, mi prendo un’ora di riposo, chiudo gli occhi e col pensiero volo oltre oceano insieme a Parsons e Cisco nella patria dello sport più bello del mondo, il football americano, iniziando nuovamente il conto alla rovescia che mi separa dalla prossima domenica NFL reale».

Foto di gruppo a fine della giornata

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