La sveglia urla presto il lunedì mattina perché un’altra settimana di lavoro attende, ma prima di svegliarsi bene, prima della colazione e immergermi nella routine quotidiana, il primo pensiero, la prima cosa che viene in mente è vedere il risultato del the sunday night football, la partita più bella della Week che come al solito qui in Italia si vive dalle 2:20 di notte e lunedì mattina il risveglio è micidiale.
Una rapida occhiata agli Highlights senza vedere il risultato e subito l’emozione mi assale perché anche questa notte ci sarà un’altra bellissima partita il monday night football. Tanto per cambiare ieri sera alle 19.00, la mia squadra è uscita sconfitta dal gridiron e sta per incominciare un’altra lunga settimana di attesa che ci porterà a domenica prossima quando i miei colori andranno al Lumen field di Seattle per un’altra probabile sconfitta.
La settimana tipo di un tifoso di football americano e in particolare NFL in Italia, può dirsi molto lunga perché anche il thusday night football, che inizia venerdì mattina alle 2:20 è una di quelle partite che per chi si sveglia al mattino e ha il brutto vizio di lavorare è praticamente impossibile da vivere live.
Noi amanti della NFL e residenti nel bel paese, ci possiamo tranquillamente scordare il fatto di poter parlare delle partite della week al bar con gli amici, anzi mentre senti gli altri discutere di cosa ha fatto la squadra di Milano o quella di Roma, tu da solo in un angolino, con in mano focaccia e cappuccino, daresti la falange del mignolo per avere qualche straccio di amico in carne e ossa con cui parlare e con occhi lucidi ricordare insieme il magico touchdown di Justin Jefferson oppure l’ennesimo Sack di Myles Garrett, invece devi stare in silenzio aspettare che i tuoi amici nei vari gruppi WhatsApp si sveglino, per ricominciare a parlare del tuo grande amore, la NFL…
Il lunedì fila via lento, nel pomeriggio finalmente quando la giornata di lavoro è finita intorno al 17:30, a casa con una bella birra che fa scordare tutti i problemi del lavoro e della giornata, si riguardano gli Highlights di tutte le partite, per vedere o quantomeno cercare di carpire le giocate migliori da week appena trascorsa.
L’indomani mattina al martedì la storia si ripete, appena si aprono gli occhi, subito si cerca il telefono sul comodino, cercando di non guardare il risultato del monday night per godersi gli highlights.
Da adesso in poi fino al venerdì mattina non ci sarà più football giocato, e incomincia una breve ma lenta attesa. Chi vive di football americano ha la fortuna solitamente di avere una cerchia di amici con il quale si parla tutti i giorni di big play o trade imminenti, che si si giochi o che si attenda la prossima week. Mercoledì l’unico pensiero è guardare con terrore gli injury della settimana precedente e incominciare a buttare giù la squadra per il fantasy football. Eccolo qui il nostro salvatore, il fantasy football, un espediente magico per ammazzare l’attesa per il prossimo gameday.
Cercare di capire quali giocatori renderanno al meglio, cercando di studiare dove giocheranno, contro chi giocheranno e se hanno dei piccoli acciacchi, fa passare in fretta il mercoledì, che insieme al giovedì ci dividono da un’altro formidabile weekend di football.
La fame di NFL è tanta, ma allo stesso tempo il giovedì sera, mentre si avvicina il TNF, ovvero il kickoff della nuova quattro giorni di football giocato, mi rendo conto che questi autunni passano troppo in fretta.
Con il kickoff di settembre ormai un dolce ricordo, siamo ormai a week 8 e viviamo in pieno l’autunno, le giornate sono corte e il tempo passa troppo veloce. Un momento, non è il tempo che scorre troppo veloce, perché i giorni di attesa sono lunghi da far passare nonostante il fantasy football ci venga incontro, è veloce il tempo in cui una regular season vola via. Dal kickoff del secondo giovedì di settembre che dà inizio alla nuova stagione NFL, che grazie al posto in cui viviamo vediamo sempre in pantaloncini e infradito, si passa dopo due mesi a guardare anzi ad attendere le 19.00 di sera con maglione e riscaldamento acceso.
Neanche ci si accorge che già sette, otto oppure nove week sono già negli archivi, polverizzate, e sei già a metà stagione regolare. Far arrivare Natale è un battito di ciglia, la fame di football è sempre tanta, le week si rincorrono una dietro l’altra, saremo alla vigilia del 25 di dicembre con i giochi praticamente fatti per quasi tutte le squadre, con la mia malcapitata già a fine novembre con il destino scritto, restando come sempre a gennaio, a guardare con birra in mano gli altri che giocano e soffrono.
Mentre tutti in Italia festeggiano il Santo Natale, noi appassionati di football sappiamo bene che ci rimane più o meno un mese e mezzo scarso di gioia, cioè l’accomodarsi la domenica pomeriggio sul divano per goderci l’ennesimo weekend giocato, se si ha la fortuna di avere una squadra competitiva, che i propri GM hanno costruito a regola d’arte proprio in questo periodo. Avremo la fortuna di goderci le nostre squadre nei play-off, la tanto attesa post season, a cui tutte le squadre ambisco.
Ma a parte questa breve parentesi di malinconia, che mi ha spinto con la testa ai prossimi mesi, esilaranti ma troppo, troppo veloci, il cammino alla week che sta per incombere inizia il venerdì mattina quando, come un rito pagano (il football in Italia è ancora un utopia), si aprono gli occhi, si spegne la sveglia, si prende il telefono, e mezzi assonnati ancora una volta si cerca di non leggere il risultato da nessuna parte, godendosi gli highlights del TNF. Da qui a sabato pomeriggio, è un lampo, si aggiusta il roster del fantasy football, si provano le trade per cercare di accaparrarsi il giocatore che la settimana precedente ha dato il meglio di sé. Ed eccoci proiettati a sabato pomeriggio, sul divano, mentre fuori una pioggerella inglese bagna le nostre città, a goderci lo spettacolo unico del college football della NCAA. Il college per il quale faccio il tifo, una piccola realtà dispersa nella Louisiana, entra in campo tra poco insieme a molte altre università, e già siamo proiettati nel football giocato. La magia del college football, l’amore dei propri tifosi, di quelli vecchi e quelli nuovi, creano una sorta di amore tangibile intorno alla squadra che neanche il palcoscenico della NFL riesce a comparare.
Il sabato sera a tavola dei miei suoceri col telefonino appoggiato ad un bicchiere di Chianti, mi guardo gli highlights su ESPN Plus, perché guardare una partita intera non è cosa, gli occhi glaciali di mia moglie mi fanno capire che sarebbe meglio spiaccicare qualche parola a tavola, invece che perdermi nei colori del football collegiale. La domenica mattina finalmente è gameday, nulla ha più importarnza, c’è fermento dentro di noi, dentro ogni tifoso NFL, l’attesa è finita la settimana è stata lunga, e i vari escamotage in qualche modo ci hanno portato a questo nuovo matchday.
Appena sveglio, un po’ intontito, perché ormai non sono abituato a svegliarmi così tardi, vado subito sul sito della mia squadra per vedere quale disgrazia ci attende nella giornata, chi non sarà disponibile, chi sarà out e chi nel fantasy football marchiato dalla Q gialla sarà questionable.
Mentre si attende che i vari amici si sveglino per il buongiorno della domenica di football, dentro di me continuo a ripetermi, cosa me ne importa se perdo al fantasy, finalmente la domenica è qui, un’altra week mi attende, ed alle 18.00 sempre sul mio magico divano marrone, birra in mano, e nachos al formaggio e paprica piccante, mi guarderò Rick Eisen, Kurt Warner, Steve Marinucci, e Michael Irwin, guidarci con i loro giochi e la loro simpatia verso le 19.00 di sera (l’una del pomeriggio negli Stati Uniti), quando la sigla dei vari broadcast televisivi statunitensi, oppure il famosissimo gingle di Red Zone, ci catapulteranno sui vari gridiron NFL.
Solitamente molti di noi, anche se la propria squadra è sul campo preferisce stare in compagnia di Scott Henson e i suoi “Seven Our of commercial Free football”.
Per le prossime sette ore come ci ha giustamente ricordato Scott, vivremo in salotto, a tavola o nascosti da qualche parte in casa, guardandoci tutte le partite che tanto ci meritiamo, dopo una settimana di attesa. Insieme a mio figlio, con il quale ho la grande fortuna di condividere questa passione, avendolo cresciuto a pane e football, iniziamo con i nostri giochini domenicali, chi farà il primo touchdown, chi farà il primo drop, chi butterà giù il Qb avversario, realizzando il primo sack di giornata. Dopo circa tre ore e mezza frenetiche, la prima trance di partite finisce, sono le 22:30, ed è quasi l’ora di andare a dormire, ecco che incominciano le altre 4 o 5 partite di solito le più belle della week, che ci porteranno al sunday football che per noi comuni mortali, lavoratori, è sempre un utopia.
Solo un lunedì noi appassionati ci concediamo di ferie perché la levataccia è obbligatoria, e anche mio figlio si prende un giorno di ferie da scuola per assistere al gran ballo di febbraio, il Super Bowl. Le altre domeniche invece il SNF ci riporterà alla nostra routine mattutina, dove appena svegli, con la morte nel cuore, prenderemo il telefono, cercheremo di non guardare il risultato e andremo su YouTube o sul sito della NFL a cercare gli highlights, cercando di capire com’è andata la partita e quanto è terminata .
Via così, nuovamente da capo un’altra settimana, che si prospetta lunga, attendendo domenica prossima e un altra week che si farà nuovamente desiderare, deve passare, tra solitudine al bar, fantasy football che aiuta come un fratello, amici su whatsapp che vivono la tua stessa angoscia dell’attesa, e tutti noi che sui vari social, ci ritroviamo e cerchiamo di alleviare la mancanza di NFL in tutti i modi.
Se questo non è amore…