Campionati d’Autunno

by Piero Cabianca
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I campionati giovanili 2022 stanno dando i loro responsi.
In campo l’Under 12 (8 team), la U15 (10 team), la U18 (13 team) e, dall’anno scorso, la nuova formula della Coppa Italia, che si gioca in modalità ninemen, riservata ai giocatori Under 21 e ai nuovi tesserati con non più di 2 anni di esperienza.
Questa è l’ennesima idea, dopo il covid, per andare incontro ed aiutare le società rispetto le precedenti formule Under 20 e U19, per impolpare le file delle formazioni, facendo fare anche più campo ai neofiti.
Quest’anno per la Coppa Italia 9 società si sono iscritte al campionato, con uno sbilanciamento anche qui verso il nord.
Ducks Lazio, Warriors Bologna, Seamen Milano, Aquile Ferrara, Legio XIII Roma, Ravens Imola, Redskins Verona, Mastini Verona, Hogs Reggio Emilia.
Di cui le prime quattro in testa ai 2 gironi.
Per un totale di 40 team giovanili giocanti.
La Coppa Italia ha gli stessi numeri dell’anno precedente.

Hogs vs Redskins di Coppa Italia


Mentre, sommando tutte le Under, erano:
nel 2021 l’under 12 (6 teams), la U15 (12 teams), la U18 (14 teams) per un totale di 39 Under.
Nel 2020 l’under 14 (14 teams), la U17 (12 teams), la U20 (13 teams) per un totale di 39 Under,
nel 2013 l’under 16 (9 teams), la U19 (30 teams) per un totale di 39 Under.
Il calcolo poi andrebbe fatto anche sulle età specifiche, ad esempio quanti giocatori tesserati ha la federazione di 11,12,13…21 anni…
Sicuramente perciò c’è stata una tenuta, e fondamentale è che i più giovani giochino;
ma un calo potrebbe esserci per le senior stando alle notizie che arrivano da vari campi.
Calo imputabile a diverse condizioni; il covid ha fiaccato diverse aziende ed il sostegno degli sponsor a causa delle contingenze economiche.
In tutta Europa, l’impatto del covid nel settore dello sport è stato stimato in quasi 60 miliardi di euro di meno e una perdita di oltre un milione di dipendenti, calcolando il costo delle chiusure obbligatorie di negozi, circoli sportivi e palestre nonché la cancellazione di eventi. Il covid ha cambiato il modo in cui dovremmo comunicare e di come istruiremo i nostri figli, lavoriamo e altro ancora. Gli esperti stanno valutando come questi cambiamenti negli ultimi due anni abbiano impattato nei comportamenti e nell’economia oltre alla medicina.
Le analisi di questi punti di vista possono essere diverse, anche da parte della Federazione.
Qual è il nostro trend?
Abbiamo un trend che segue quello degli altri sport in generale?
E quelli simili in particolare?
Quale sostegno si può dare alle società?
C’è interesse nel farlo?
Un campanellino d’allarme dovrebbe essere lo sviluppo delle formule ridotte ad esempio il football a 7, che sta diventando l’ancora di salvezza di diverse realtà, anche Senior.
Quest’anno 14 team, con la presenza di diverse squadre del sud.
ALLIGATORS ROVIGO, SPIDERS SALENTO, COMMANDOS BRIANZA, STEEL BUCKS CASERTA, HAMMERS MONZA E BRIANZA, ALTOLIVENZA 29ERS, GOBLINS LANCIANO, COCAI TERRAFERMA, NAVY SEALS BARI, LUPI SIENA, SPECK PESCARA, MUSTANGS MANTOVA, VALTELLINA VIKINGS, WILDCATS CREMONA.

Alligators Treviso, quest’anno impegnati nel CSI a 7


Questo campionato, ad esempio, permette percorsi di gestione e numero di giocatori ancora più approcciabile del CIF 9.
Ma ci sono delle perplessità, così come già col 9.
Consideriamo anche che i campionati giovanili non vengono giocati a 11 da ormai lungo tempo, con grande lamentele di diversi Team IFL, anche in vista della Nazionale.
Questi sostengono che giocare sempre formule diverse e ridotte sia una grossa lacuna nell’esecuzione e nella lettura del gioco.
Certo che, anche delle squadre di IFL e Seconda Divisione (21 in tutto), uniche a giocare a 11, si trovano solo quattro di prima divisione, 3 di seconda, che giochino la Coppa Italia, che comunque è a 9 giocatori, e queste società non sono obbligate ad avere giovanile.
Si devono considerare anche le mosse della federazione che sta tentando di esportare l’immagine della Fidaf tramite varie iniziative per renderla più appetibile.
L’Italian Bowl negli Stati Uniti, lo streaming su piattaforma (a pagamento) multisport ed infine la Nazionale di Flag con giocatori della Senior, compresi gli oriundi.

La Nazionale di Flag Football medaglia d’argento ai recenti World Games


Sicuramente per chi ha preso queste decisioni le scelte sono state positive ma certo è che le opinioni in merito sono diverse in giro tra gli addetti e appassionati e molti obiettivi non sono condivisi da tutti i sostenitori: sarebbe meglio lo streaming gratis?
Sarebbe meglio giocare in Italia (che già ha pochi spettatori)?
Sarebbe meglio sviluppare le premiare i giocatori italiani…?
Io credo che queste cose vadano valutate a seconda dei risultati, ed i risultati a seconda delle condizioni.
E ci vuole un tempo minimo di applicazione.
Stessa cosa vale per le formule delle giovanili.
Anche le fusioni in questo campo stanno seguendo lo stesso trend delle senior; puntare alla sopravvivenza è una cosa; puntare allo sviluppo a lungo termine in un’altra. Sicuramente anche in questo campo dovrebbero esistere degli studi da comparare alla nostra situazione; ma bisogna anche trovare delle soluzioni innovative, o comunque provare qualcosa di nuovo ad un certo punto.
Se poi si ha successo bene se no…
Realmente comunque va tenuto presente che la flessione, anche giustificata, potrebbe esserci, ma vanno limitati i danni e va applicata velocemente una politica che permetta di restare in attività.
Il frutto del lavoro sulle giovanili degli anni passati, hanno dato importanti risultati, leggi la vittoria all’europeo della nazionale.
Ma bisogna saper gestire l’eventuale contrazione… sempre che il fenomeno sia solo italiano, perché se fosse europeo, sarebbe comunque relativo e si farebbe sentire meno.
In Europa si stanno sviluppando programmi semiprofessionistici sempre più importanti come la ELF. Dal 2023 anche Milano ne farà parte.

La grafica che annuncia il passaggio dei Seamen in EFL


E c’è il dubbio che la cosa sottragga risorse a tutte le squadre forti.
Se il livello e la diffusione aumenteranno, potrebbero invece fare da volano anche per gli altri.
Comunque sia, le accademie e le scuole di football sono fondamentali per il futuro del nostro Sport.
Molte società si stanno specializzando in questo, ed alcune poi si federano per comporre team maggiori di livello.
Idem dicasi per il flag, sempre più diffuso e con una visibilità sempre maggiore.
Cos’altro potrebbe fare la Federazione per sostenere le franchigie, anche e specie quelle minori?
Potrebbe mandare in giro tecnici federali a tenere sedute di clinic nelle stesse società che ne faccessero richiesta, sviluppando programmi tecnici condivisi, come fanno altri sport?
Questo potrebbe aiutare tutte le società nel loro lavoro, ove lo volessero, dando luce e motivazione anche ai ragazzi che non hanno la possibilità di spostarsi dalla loro sede di appartenenza. Sono attività che negli altri sport vengono svolte anche dalle società maggiori in modo autonomo, certo, in vista di potersi accaparrare i migliori atleti, ma contribuendo allo stesso tempo alla sopravvivenza delle società più piccole e con meno mezzi, senza affossarle togliendo le risorse necesarie allo loro sopravvivenza.

Skorpions vs Panthers di Under 19


Questa, come altre similari, o diverse, rivolte anche ai dirigenti e ai tecnici, danno sempre anche alle periferie un senso di appartenenza che spesso, invece, è disatteso e portano a vivere le ingerenze federali come un peso, scaricato su chi non ha i mezzi per sopportarlo.
Un’attenzione in questo senso potrebbe fare solo del bene. Molti lo sanno, ma tutti dovrebbero essere coinvolti.

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