Sono momenti molto difficili. Ovunque guardi intorno a me, vengono meno riferimenti e certezze. La mia mente si affanna a leggere e rileggere la realtà, ad analizzarla, approfondirla e quando mi sembra di intuire una via di uscita, di intravedere una luce, nel giro di poche ore cambia tutto. Variante Delta, Variante Omicron, Operazione Militare Speciale, L’Inter che smette di vincere per due mesi, i Vipers che vincono a Parma.
I pronostici della Paskedina ormai hanno la stessa affidabilità degli analisti occidentali, quelli che “la Russia ha un esercito imbattibile ma la sua economia fa schifo” e poi si scopre che è solo l’economia russa a sostenere un esercito che sembra quello della crociata dei pezzenti.
Ah già, la Guerra. E’ arrivata anche sulla tavola del football italiano e ovviamente ha già diviso la sua piccola “opinione pubblica”. Tema: la rinuncia del Blue Team a giocare la partita di qualificazione per gli Europei contro la Russia a San Pietroburgo il prossimo Ottobre.
Vediamo gli elementi noti. Una nazione sovrana, la Federazione Russa, ha invaso militarmente un’altra nazione sovrana, L’Ucraina. Tra le varie “ritorsioni” contro questa azione, l’esclusione della Russia dalle competizioni continentali di tutti gli sport…tutti? No! Una federazione europea resiste all’invasore (tipo Villaggio di Asterix), quella di football americano, la Ifaf. Filo-russa? Ma va’, semplicemente come in tanti altri ambiti, è una federazione fantasma.
In assenza di indicazioni da Ifaf è la Fidaf a prendere in mano la situazione “sorpassando a destra” tutti gli altri e annunciando la rinuncia a giocare la partita. Anche questa volta abbiamo giocato alla grande il ruolo di fedele e docile alleato, nemmeno la Gran Bretagna ci aveva ancora pensato. Abbiamo fregato gli inglesi un’altra volta.
È meraviglioso vedere come, anche in una situazione del genere, siamo riusciti a fare casino.
La Ifaf assente, la Fidaf fin troppo reattiva, giocatori che annunciano la rinuncia alla maglia azzurra e “tifosi” italiani in rivolta. Tombola.
Pare che la scelta di non giocare venga dai senatori del team. Bello, mi piace la coscienza di classe, ma come si è deciso? Per alzata di mano, in base all’anzianità, a sentimento, tutti, una parte, in presenza, su Zoom?
Perché Ifaf dopo 40 giorni di invasione non si è ancora espressa?
La cosa ha un suo rilievo non indifferente. Se Ifaf non esclude la Russia, l’Italia viene squalificata e il rischio è che, se nessuno giocherà con la Russia, quest’ultima vinca il titolo senza giocare.
Situazione kafkiana, assurda nel suo piccolo, tragicomica se raffrontata al contesto.
Ho letto soluzioni e proposte agghiaccianti. “Andiamo a giocare e diamo un segnale!” (e come cacchio ci entri in Russia che hanno bloccato i visti? Ma poi, “segnale” a chi?) “Giochiamo in campo neutro!” (magari a Kiev, come segno di pace, al posto del Papa) fino al meraviglioso “La Fidaf doveva mostrare coraggio e opporsi a questa decisone”. Me la vedo la Fidaf, che va controcorrente rispetto a Uefa, Consiglio d’Europa, Commissione Europea e Governo Italiano, Tortosa che sgambetta futuristicamente Draghi, Ursula e Jens Stoltenberg al grido de “mo’ te faccio vede io!” …si certo, come no.
Il problema è che chi ha scritto queste cose è serio. Io apprezzo davvero la voglia di contribuire al “grande randez vous del dare e ricevere”, ma ci vuole coscienza, di sé e del mondo. Detta in altre parole, vi dovete informare e dovete studiare, non ci sono alternative a questo, non basta avere una tastiera sotto mano, il cuore puro e tanto coraggio come quando avete giocato contro uno più grosso. Serve qualcosa di più, serve Cultura, vera, profonda e nel football manca. Non che non ce ne sia, anzi, ma siamo piccoli, litigiosi e insignificanti. Se vogliamo porci al mondo come esempio, dobbiamo essere superspeciali in qualcosa, ma a un livello davvero notevole e le Relazioni Internazionali non sono quel qualcosa.
Come’è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore.
Dedichiamoci al football, giocato.
Scorsa giornata che sembrava fin troppo facile per essere vera. Cosa costava fare 2 su 2 e darmi una piccola soddisfazione?
Figurarsi. Nemmeno a dirlo e Modena ti piazza uno delle più clamorose sorprese dai tempi di Roma-Lecce 2-3 (scusate ma paragoni simili nel football poi li capisco solo io). Lo avevo previsto? No, ma quasi e comunque non conta. Il Sabato era iniziato bene, vittoria dei Guelfi sui Dolphins. Chiave di lettura, Art Briles. Anche qui ci avevo visto giusto, il coach avrebbe fatto la differenza, o trovato il modo di, e a ben guardare i tre on-side kick consecutivi dei viola a inizio partita sono stati quel modo. Certo che se Briles deve inventarsi ste robe a metà campionato, potrebbe non essere proprio un segno di forza. Buona invece la prestazione dei Dolphins, perdono solo perché i Guelfi giocano secondo regole proprie, non si scompongono di fronte ai trucchi di Briles, rientrano velocemente in carreggiata, sorprendenti.
Alla fine dei conti l’1 su 2 ci porta ad un totale inquietante: 9 su 14. Siamo poco sotto la soglia critica del 66%… futuro della Paskedina gravemente a rischio.
La Prossima giornata diventa decisiva, con ben quattro partite che ci porteranno alla metà giusta della regular season. Dopo questa giornata dovremmo avere una prima indicazione sull’andamento della stagione, ma non credo avremmo troppe certezze, a parte una, questo è davvero uno dei campionati più belli degli ultimi 30 anni.
Pronostici:
VIPERS-WARRIORS
Una buona notizia per il football italiano è che l’Emilia sia molto presente in IFL. Dice il infatti saggio: “Se il football bolognese emiliano sta bene, il football italiano sta bene”. Modena-Bologna in particolare è una partita che affonda le sue radici nell’epoca dei pionieri.
Devo aver già scritto e detto diverse volte che quando ci sono cambiamenti storicamente rilevanti, e la Pandemia lo è, nello sport si verificano risultati sorprendenti. Modena non vince contro Bologna da almeno 37 anni. Magari alla fine l’Italian Bowl lo vinceranno i Panthers, ma nel piccolo contesto di una semplice giornata di campionato la vittoria dei Vipers sarebbe a suo modo significativa. Sabato si farà la storia.
RHINOS-SEAMEN
Per la prima volta da molti anni questa partita non ha, apparentemente, ragioni per essere considerata veramente interessante. Anche lo scorso anno i Rhinos apparivano poco competitivi rispetto ai Seamen, ma almeno ritornava il derby dopo un anno di stop. Se però volessi stressare la situazione potrei dire che i Rhinos mi sembrano in crescita e che non c’è un divario eccessivo con i Seamen in termini di esperienza, perché anche i marinai sono molto ringiovaniti. A questo si aggiunge il doppio contesto, derby e campionato 2022, che possono rendere incerto anche ciò che è estremamente certo.
Poi ci penso un po’, penso al “totalone” in caduta libera, penso che ho dato due volte perdenti i Seamen su due partite che han giocato, e vinto.
Quindi mi rimetto in tasca tutto e punto sui Seamen.
PANTHERS-DUCKS
Ennesima partita che parte scontata già dai titoli e che poi se la analizzi non ci capisci nulla se non che non ci si capisce nulla. Sulla carta Parma è avanti, ma pure sul campo. I Ducks invece non hanno entusiasmato nessuno, nemmeno se stessi. Però i Panthers sono stati letteralmente disastrosi fino ad ora. Non disastrosi tout court, ci mancherebbe, diciamo nei confronti delle aspettative e del potenziale. Epperò, manco i Ducks hanno soddisfatto le pur minori aspettative. Che tragedia. Vado di manuale, Panthers, anche per disperazione.
DOLPHINS-MASTINI
Dulcis in fundo, l’impronosticabile. Chi sono i Mastini, quelli che vengono sepolti di punti dai Warriors sepolti di punti a loro volta dai Panthers poi sconfitti dai Vipers o quelli che sconfiggono i Vipers che sconfiggono i Panthers che hanno sconfitto i Warriors che hanno seppellito di punti i Mastini?
A saperlo.
Sappiamo invece chi sono i Dolphins. Una bella squadretta, ancora leggera (ah i secchi!), ma agonisticamente cattiva e quasi alla pari con i Guelfi, almeno sabato scorso.
Secondo me i Mastini sono un bel team, davvero, a partire dal nome che mi è molto caro.
Ma pesa l’incognita del QB, c’è Watkins? Non che Tommasi non l’abbia degnamente sostituito, ma le giornate speciali sono, appunto, speciali, non consuetudinarie.
Partita combattuta e da tripla. Ma l’ho detto che quest’anno tifo Dolphins e quindi faccio diventare il mio wishful thinking un pronostico, per i Dolphins.
Perché tutto inizia da qualcosa, anche i giorni di oggi sono figli di un tempo iniziato anni fa.
ARRIVEDERCI, BANDIERA ROSSA
Arrivederci, bandiera rossa – dal Cremlino scivolata giù
Non come ti innalzasti, agile, lacera, fiera,
sotto il nostro esecrare sul fumante Reichstag,
sebbene pure allora intorno all’asta, truffa si attuasse.
Arrivederci bandiera rossa… Eri metà sorella, metà nemica.
Eri in trincea speranza unanime d’Europa,
ma tu di rosso schermo recingevi il Gulag e
sciagurati tanti in tuta da carcerati.
Arrivederci, bandiera rossa. Riposa tu, distenditi.
E noi ricorderemo quelli che dalle tombe più non si leveranno.
Gl’ingannati hai condotto al massacro, alla strage.
Ricorderanno anche te – ingannata tu stessa.
Arrivederci bandiera rossa. Non ci portarsti bene.
Grondavi di sangue e te noi col sangue togliamo.
Ecco perché adesso lacrime non ci sono da detergere,
così brutalmente sferzasti, con le nappe scarlatte, le pupille.
Arrivederci, bandiera rossa… Il primo passo verso la libertà
lo compimmo d’impulso sulla nostra bandiera
A su noi stessi, nella lotta inaspriti.
Che non si calpesti di nuovo «l’occhialuto» Zivago.
Arrivederci, bandiera rossa… Da te disserra il pugno,
che ti serra di nuovo, ancora minacciando fratricidio,
quando all’asta si afferra la marmaglia
o la gente affamata, confusa dalla retorica.
Arrivederci bandiera rossa… Tu fluttui nei sogni,
rimasta una striscia nel russo tricolore.
Nelle mani dell’azzurrità e del biancore
Forse il colore rosso dal sangue sarà liberato.
Arrivederci, bandiera rossa… guarda, nostro tricolore,
che i bari di bandiere non barino con te!
Possibile anche per te lo stesso giudizio:
pallottole proprie ed altri ne hanno la seta divorato?
Arrivederci, bandiera rossa… Sin dalla nostra infanzia
Noi giocavamo ai «rossi» e i «bianchi» battevamo forte.
Noi, nati nel paese che più non c’è,
ma in quell’Atlantide noi eravamo, noi amavamo.
Giace la nostra bandiera al gran bazar d’Ismajlovo.
La «smerciano» per dollari, alla meglio.
Non ho preso il Palazzo d’inverno. Non ho assaltato il Reichstag.
Non sono un «kommunjak». Ma guardo la bandiera e piango
Evgenij Evtushenko